Ai nostri giorni esistono diverse tipologie di arnie con caratteristiche strutturali ben diverse l’una dall’altra, ognuna con i suoi pro e i suoi contro, che vengono utilizzate a seconda delle necessità dell’apicoltore (apicoltura stanziale/nomadismo, imprenditore/hobbista, ecc..).
Inizieremo questo cammino a partire dal modello di arnia che stiamo utilizzando nel progetto BUONO, l’Italica-Carlini, originatasi a partire dall’arnia Dadant-Blatt evolutasi a sua volta dall’arnia razionale ideata nel 1851 dal reverendo americano Lorenzo L. Langstroth e che prende il nome dal suo ideatore: l’arnia Langstroth.
Ecco qui il diagramma strutturale delle arnie stanziali del progetto BUONO:
A |
FONDO |
É la base di appoggio di tutta l’arnia. Viene sollevato dal suolo attraverso l’uso di pedane di materiale adatto a sostenere il peso dell’arnia ed è costituito da un insieme di listelli di legno di diverse misure. Le caratteristiche principali sono due: ha un’apertura sulla base che consente l’utilizzo di un fondo mobile (C) ed del fondo antivarroa (B); non ha listelli di legno nella parte anteriore che risulta quindi aperta e sulla quale viene posta una griglia metallica (D).
B |
FONDO ANTIVARROA |
É una rete di metallo il cui utilizzo si è molto diffuso negli ultimi anni a causa dell’acaro parassita varroa destructor. Quando il parassita precipita oltre la rete non è più in grado di risalire all’interno del nido.
C |
FONDO MOBILE |
É una lastra di metallo estraibile attraverso la parte posteriore del fondo dell’arnia. Permette di controllare indirettamente non solo le attività delle api senza doverle disturbare aprendo l’arnia (es.: sarà per esempio possibile capire se hanno iniziato ad utilizzare le scorte di miele, nel qual caso si potranno osservare sulla lastra gli opercoli di cera delle celle un tempo chiuse e piene di miele) ma è possibile anche effettuare il conteggio della varroa e verificare lo stato di infestazione della famiglia.
D |
GRIGLIA METALLICA |
É una griglia di metallo posta nella parte anteriore dell’arnia attraverso la quale le api entrano ed escono dal nido. Preclude ad animali di maggiori dimensioni di penetrare nel nido.
E |
NIDO |
É una scatola di legno d’abete costituita da quattro pannelli. Al suo interno, nella parte superiore, presenta anteriormente e posteriormente delle scanalature che sono i punti di appoggio per i telaini da nido.
F |
TELAINI DA NIDO |
Sono formati da quattro listelli di legno. Il superiore è il più lungo dei quattro e fa da sostegno a tutto il telaino appoggiandosi alle rientranze sulla parte anteriore e posteriore del nido. Dei telaini di un’arnia è il più grande. Il telaino viene "armato" facendovi passare dentro verticalmente in più punti un filo di ferro sul quale si pone poi il foglio cereo.
G |
ESCLUDI REGINA |
Si tratta di una griglia metallica che viene prodotta tramite stampi che presenta delle fessure calibrate per permettere il passaggio esclusivamente alle api operaie impedendo alla regina, di dimensioni maggiori, di poter passare.
H |
MELARIO |
Si tratta di una scatola in legno di abete che viene posta sopra all’escludi regina. Come il nido presenta delle scanalature nella parte anteriore e posteriore per permettere l’appoggio dei telaini da melario. E’ alto poco più della metà del nido.
I |
TELAINI DA MELARIO |
Costituiti da quattro listelli di legno di cui il superiore più lungo per permettere l’appoggio sulle scanalature del melario. E’ alto circa la metà di un telaino da nido. Dato che solo le operaie riescono a raggiungere questi telaini grazie all’escludi regina (G), questi telaini non contengono covata.
L |
COPRIFAVO |
É una lastra di abete con un foro centrale ai cui lati vengono montati quattro regoli che permettono di tener sollevato il tetto (M). Il foro centrale può essere utilizzato per somministrare alimenti alle api.
M |
TETTO |
Ha un’anima di legno d’abete su cui viene fissata una lamiera metallica per garantire una maggiore protezione all’arnia contro gli agenti atmosferici.