Infatti, essendo le piante impossibilitate a muoversi attivamente e a garantire la dispersione dei gameti da un individuo all’altro, esse necessitano di qualcuno o qualcosa che lo faccia per loro. Gli impollinatori sono dunque organismi animali che trasportano il polline dalla parte maschile di un fiore (gli stami) a quella femminile (il pistillo) di un altro fiore della stessa pianta o di una pianta diversa della stessa specie.
Si tratta di uno scambio: il fiore produce sostanze nutritive che attraggono l’impollinatore a posarsi per mangiare e, durante il pasto, “sporca” l’animaletto di polline; l’impollinatore a sua volta, durante i suoi pasti, trasporterà da un fiore all’altro i granuli pollinici dei quali si è sporcato, garantendo dunque l’impollinazione incrociata.
L’interazione tra le piante a fiore e gli impollinatori garantisce alle piante la fecondazione incrociata e dunque il completamento del loro ciclo riproduttivo.
Ma scopriamo qualche curiosità sugli impollinatori più comuni:
API, BOMBI E VESPE
Api e Bombi sono, tra gli insetti, certamente gli impollinatori più comuni e operosi. Essi sono attratti per lo più dai colori dei fiori, tra i quali l’ultravioletto, ma anche dagli odori, i quali comunicano la disponibilità di polline e nettare di cui si nutrono. L’ape e il bombo utilizzano la ligula (un apparato boccale adattato alla suzione) per succhiare il nettare, mentre accumulano il polline su due sacchetti posti sulla parte superiore delle zampe posteriori. Entrambi verranno trasportati all’alveare, dove serviranno alla nutrizione delle larve e alla produzione del miele.
Apis mellifera ricoperta da polline © Danijel Juricev
Tuttavia, una discreta quantità di polline rimarrà intrappolata tra la moltitudine di peli che questi straordinari insetti hanno sul corpo. Durante la visita al fiore successivo i granuli pollinici presenti sul corpo dell’insetto rimarranno invischiati nella parte superiore del pistillo del fiore, andando quindi a fecondare l’ovario.
Anche molte specie di vespe, sia sociali che solitarie, svolgono lo stesso compito, attratte però solamente dal polline, non essendo adattate a succhiare il nettare.
Api e bombi sono gli impollinatori più comuni e operosi. Attratti dai colori e gli odori dei fiori, usano la ligula per succhiare il nettare ed accumulano polline sulle zampe posteriori. Anche dopo averlo portato all'alveare parte del polline rimarrà intrappolata sui loro peli e visitando il fiore successivo i granuli di polline rimarranno invischiati nella parte superiore del pistillo e feconderanno l'ovario.
Curioso è il caso della vespa Argogorytes mystaceus e dell’orchidea Ophrys insectifera. I fiori di questa pianta hanno evoluto nel tempo la forma e i colori della femmina della vespa (vedi video al termine dell'articolo).
I maschi dunque, che certo non sembrano avere gusti raffinati, vengono ingannati e tentano un infruttuoso quanto deludente accoppiamento con il fiore, durante il quale però si riempiono di polline. Tra una delusione d’amore e l’altra l’impollinazione incrociata dell’orchidea è garantita, mentre la vespa dovrà faticare un po’ di più per trovare il “vero amore”…
FARFALLE E FALENE
Farfalle e Falene sono anch’essi efficienti insetti pronubi. Essi vengono attratti dai colori dei fiori, ma soprattutto dai loro odori. Si nutrono sostanzialmente di nettare, utilizzando il loro apparato boccale modificato in una proboscide lunghissima, la spiritromba, adattata anch’essa alla suzione di liquidi densi.
Essendo la spiritromba molto più lunga della ligula delle api, essa permette di impollinare fiori che presentano ovari più profondi, quali ad esempio quelli di molte orchidee.
Farfalle e Falene sono attratte dall'odore del nettare dei fiori e grazie alla lunghissima spiritromba raggiungono il nettare anche nei fiori dotati di ovari molto profondi.
Nel 1862 Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione, trovò in Madagascar un’orchidea con un ovario posto ad una profondità di oltre 20 cm. Egli constatò che nessun animale noto potesse impollinare a tale profondità, ed ipotizzò che potesse esistere una falena appartenente alla famiglia delle sfingi con una spiritromba di quella lunghezza. 40 anni dopo, durante una spedizione notturna, alcuni zoologi catturarono sul quel fiore e descrissero una nuova sfinge con una spritromba di 30 centimetri alla quale diedero il nome di Xantophan morganii predicta, in onore della “predizione” Darwin.
Xantophan morganii predicta © Wikipedia
UCCELLI E PIPISTRELLI
Nella walk of fame degli impollinatori sicuramente troviamo i Colibrì e le Nettarine. Questi piccolissimi uccelletti sono in grado di librare e soffermarsi in volo dinanzi un fiore senza appoggiarsi, per il tempo necessario a suggere il nettare e sporcarsi il becco di polline, trasportandolo al fiore successivo.
Colibrì e Nettarine sono in grado di stazionare in volo davanti ad un fiore senza appoggiarsi e di prelevare il nettare sporcandosi il becco di polline.
Ma essi non sono certo i soli vertebrati a svolgere questo compito: oltre il 9% degli uccelli e mammiferi scambia un pasto con un “passaggio” per il polline da un fiore all’altro.
Tra i mammiferi i principali impollinatori sono i pipistrelli. Essi agiscono di notte assieme alle falene, attratti anche loro per lo più dall’odore dei fiori, che in molti casi si aprono solo al calar del sole sprigionando odori di richiamo molto specifici e talvolta a noi poco gradevoli. Questi sono solamente alcuni tra i più comuni impollinatori. Numerosi altri insetti quali Coleotteri Meloidi e Cetonidi, Ditteri Sirfidi, ma anche Gasteropodi, Ragni e numerose altre specie tra gli invertebrati e i vertebrati, continuano da migliaia di anni il loro processo di coevoluzione con le piante a fiore. Il risultato di questo processo lo possiamo apprezzare passeggiando in primavera per un prato fiorito e ammirando l’enorme varietà di fiori, nonché la moltitudine di efficienti e graziosi pronubi che svolazzano tra un fiore e l’altro svolgendo ignari il loro compito essenziale al funzionamento e all’evoluzione della biosfera.
Moltissimi insetti, vertebrati ed invertebrati continuano da migliaia di anni il loro processo di coevoluzione con le piante da fiore svolgendo il loro compito essenziale al funzionamento dell'evoluzione e la biosfera.