Il mondo naturale è pieno di suoni.
Basta fermarsi un poco in un bosco per sentire il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti in volo. É facile capire come per gli animali i suoni siano fondamentali nella lotta per la sopravvivenza.
Predatori e prede sono sempre attenti nel cercare di percepire la presenza l'uno dell'altro per sferrare l'attacco o mettersi in fuga.
Tuttavia sul nostro pianeta gli animali sono una minima parte della biomassa globale, chi la fa da padrona sulla terra sono gli organismi vegetali, le piante1.
Rappresentazione grafica della quantità di biomassa globale per taxa © Yinon M. Bar-On
Secondo gli studi più recenti infatti l'82% degli esseri viventi è composto da piante (7.500 volte più numerose degli esseri umani), il 13% da batteri e il 5% da animali (insetti, funghi, pesci ed altre specie). Tra gli animali l'uomo rappresenta lo 0,01% della vita sulla terra.
Sembra incredibile che questo gruppo di organismi così scontato nell'immaginario di noi esseri umani, sia così vasto e vincente sul nostro pianeta, vero?
Apparentemente così inermi, le piante sono organismi vincenti in grado di percepire i cambiamenti ambientali e adattarsi a essi per la loro sopravvivenza. Diversi studi hanno evidenziato la loro capacità di rispondere alla luce2, agenti chimici3, forme differenti di contatto fisico4 e stimoli diversi portano le piante a rispondere in modi diversi.
Quando non puoi muoverti, devi necessariamente essere attento a ciò che avviene intorno a te e saper rispondere repentinamente.
Possibile che le piante abbiano imparato a sfruttare a proprio vantaggio uno stimolo così diffuso sulla terra come il suono?
Magari non vanno davvero pazze per Bach come ci piace tanto pensare ma, come sappiamo, per potersi riprodurre, la grande maggioranza delle piante a fiore si affida agli insetti impollinatori. Percepire la presenza degli insetti e attrarli a sé, sarebbe di certo un vantaggio evolutivo niente male!
All'Università di Tel Aviv la dottoressa Lilach Hadany e il suo gruppo di ricerca ha investigato questi aspetti chiedendosi se le piante, tanto quanto gli animali, fossero in grado di sfruttare una risorsa così preziosa come il suono5.
In un esperimento di laboratorio la primula Oenothera drummondii é stata sottoposta a cinque diversi trattamenti sonori: il silenzio, la registrazione di un'ape e suoni tre tipologie di suoni, generati al computer, caratterizzati da frequenze alte, medie e alte.
Oenothera drummondii © Harry Rose
Questo test ha rivelato che la pianta non aveva significative reazioni se sottoposta al trattamento del silenzio o se esposta ai suoni generati dal computer ma, quando veniva esposta al suono dell'ape (0.2 - 0.5 kilohertz) o un suono di frequenza analoga, era possibile osservare senza incertezza un incremento della concentrazione di zucchero all'interno del nettare pari al 20%.
Fiore percepisce la presenza dell'ape tramite il ronzio © Carlo Taccari
Un tale incremento della concentrazione zuccherina è certo un bel regalo per un impollinatore e, successive osservazioni sul campo hanno evidenziato che gli insetti visitavano questi fiori più frequentemente di altre specie presenti nella zona.
Questa capacità delle piante ha dell'incredibile. Nel corso del tempo non solo hanno trovato un modo per attirare a sé gli insetti così importanti per la loro riproduzione ma hanno anche imparato a gestire lo sforzo che quest'azione comporta. Se il nettare fosse sempre caratterizzato da un'elevata concentrazione di zucchero infatti sarebbe dispendioso da un punto di vista energetico.
Dal mondo naturale possiamo sempre imparare qualcosa, anche come gestire al meglio le nostre risorse.
BIBLIOGRAFIA
1. Yinon M. Bar-On, Rob Phillips, and Ron Milo PNAS (2018). The biomass distribution on Earth. PNAS June 19, 115 (25) 6506-6511.
2. Jiao, Y., Lau, O.S. & Deng, X.W. (2007). Light‐regulated transcriptional networks in higher plants. Nat. Rev. Genet., 8, 217–230.
3. Arimura, G.‐I., Ozawa, R., Shimoda, T., Nishioka, T., Boland, W. & Takabayashi, J. (2000). Herbivory‐induced volatiles elicit defence genes in lima bean leaves. Nature, 406, 512–515.
4. Darwin, C. (1892). The formation of vegetable mould through the action of worms: with observations on their habits. Appleton.
5. Hadany L. et al. (2019). Flowers respond to pollinator sound within minutes by increasing nectar sugar concentration. Wiley Online Library