Le api e il cambiamento climatico: una battaglia in corso Le api e il cambiamento climatico: una battaglia in corso © Carlo Taccari
NOTIZIE 21 Maggio 2019

Le api e il cambiamento climatico: una battaglia in corso

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Il 2019 verrà probabilmente ricordato come uno degli anni peggiori per l'apicoltura. Mai come quest'anno le api sono in difficoltà su tutto il territorio nazionale. Il cambiamento climatico che continua ad essere sottovalutato da molti sta condizionando la sopravvivenza delle api da miele e di tutti quegli impollinatori da cui noi stessi dipendiamo.
C'è ancora speranza? Si, darci una svegliata.

Chi ci segue tramite la nostra newsletter già lo sapeva: quest'anno la primavera é arrivata a Febbraio senza aspettare l'equinozio del 21 Marzo.

Alla natura non interessano le date imposte dall'uomo. Una primavera anticipata cos'ha comportato...? Fioriture anticipate!
Le api
sono uscite per raccogliere nettare e, trovando risorse a disposizione, hanno iniziato ad accrescere le loro famiglie aumentando di numero.

 

ape su margherita nell'Oasi LIPU di Castel di Guido

Ape su margherita nell'Oasi LIPU di Castel di Guido © Carlo Taccari

 

Questo scompenso stagionale é stato avvertito "solo" dagli addetti ai lavori che, inaspettatamente, si sono ritrovati a dover affrontare il "problema" delle sciamature in un periodo diverso dall'usuale. Il cambiamento climatico ha costretto tutti gli apicoltori a modificare i tempi di gestione degli apiari. 

Abbiamo raccolto diverse testimonianze di amici apicoltori in difficoltà e noi stessi abbiamo faticato nel contenere la situazione. Ecco anche spiegata la ragione della nostra assenza online dell'ultimo periodo, come tanti abbiamo avuto molto da fare nei nostri apiari. Amici: vi siamo vicini.

Riguardo il cambiamento climatico, é facile aver sentito parlare dello scioglimento dei ghiacci, del surriscaldamento di alcune aree del pianeta, della scomparsa di specie animali e potrei fare molti altri esempi come quelli affrontati nel documentario Before the Flood con Leonardo Di Caprio che abbiamo condiviso con te qualche tempo fa.

All'apparenza però tutto è sempre distante da noi e dal nostro quotidiano.

Molto comodo.

 

L'apparente distanza fra il cambiamento climatico e le nostre menti sta trascinando il pianeta verso il baratro.

 

L'apparente distanza fra il #climatechange e le nostre menti sta trascinando il pianeta verso il baratro bit.ly/2JUC4wLclicca per twittare

 

Oggi voglio accorciare questa distanza perchè, caro lettore, il cambiamento climatico é proprio fuori dalla porta di casa nostra e sono le api che ce lo raccontano.

Quest'anno il surriscaldamento globale ha portato tutte le condizioni sfavorevoli all'apicoltura.

 

Ecco com'é andata:

dopo l'arrivo di questa primavera anticipata le famiglie di api hanno iniziato a raccogliere e consumare risorse, e ad accrescere la dimensione delle famiglie. Daltronde trovavano da mangiare, per loro era il momento giusto per tornare al lavoro dopo l'inverno.

 

Le api dell'arnia Lotka e Volterra (#20BUONI) riprendono il lavoro a inizio della primavera

Le api dell'arnia Lotka e Volterra (#20BUONI) riprendono il lavoro a inizio della primavera © Carlo Taccari

 

Accrescersi per le api vuole dire aumentare il proprio numero, creare nuove generazioni ed eventualmente sciamare, ovvero riprodursi come nucleo familiare.

Questo ha comportato per loro l'aumento del numero di bocche da sfamare e, per gli apicoltori, dover contenere le sciamature per non perdere le proprie famiglie e, al tempo stesso, iniziare a pensare di poter installare dei melari per iniziare un possibile raccolto anticipato che altrimenti sarebbe andato perduto.

 

Sciamatura in corso © Carlo Taccari

Sciamatura in corso © Carlo Taccari

 

A questo punto é arrivato il freddo.

Quando le temperature sono comprese tra gli 8° e 10°C le api smettono di bottinare non escono più dall'arnia per cercare risorse, restano chiuse in casa. Avevano quindi tante bocche da sfamare e scorte limitate a disposizione perchè, ricordiamoci che eravamo alla fine dell'inverno

 

Dopo il freddo é iniziata la pioggia.

Quelle fioriture che avevano segnato l'inizio della stagione anticipata si sono bagnate, il loro nettare si è diluito e il loro polline é andato perduto. Ricordiamo che il polline rappresenta per le api un fondamentale apporto proteico nella loro dieta alimentare.

 

Dopo la pioggia è tornato il freddo ed abbiamo avuto la grandine.

Quei fiori che avevano resistito o che stavano sbocciando sono stati abbattuti dalle intemperie. Tra le fioriture perdute di quest'anno quella dell'acacia, dal cui nettare si produce il miele preferito da tanti italiani poichè rimane liquido praticamente sempre, il miele di acacia.

 

Ed ecco arrivare il vento.

Era già difficile per le api andare in giro a cercare nuove scorte ma, con l'arrivo del vento, il loro volo si è fatto più faticoso e quindi, in termini energetici, più dispendioso. Inoltre il vento ha contribuito a seccare il nettare e disperdere il polline.

 

Di fame si muore dottore.

Non era difficile intuire le carenze alimentari cui le api stavano andando incontro a seguito della scarsità di cibo. I problemi alimentari e quindi di salute hanno iniziato a ripercuotersi all'interno dell'alveare. Alcuni apicoltori, per aiutare le api a sopravvivere, hanno dovuto iniziare ad alimentarle con il candito, un alimento artificiale addizionale a base di acqua e zucchero.

Per quanto l'apicoltura rientri tra le attività agricole-zootecniche, questo comparto, in caso di calamità come quelle che stiamo vivendo, non ha accesso a particolari sussidi o finanziamenti.

 

Francesco Imperi intento nel controllo dell'apiario dei 20BUONI © Carlo Taccari

Francesco Imperi intento nel controllo delle famiglie dell'apiario dei 20BUONI © Carlo Taccari


Mettiti per un attimo nei panni di chi fa apicoltura per lavoro ed immagina di dover dar da mangiare a 200 alveari o più. 

 

Non solo stai cercando di contenere la moria delle tue api per carenza di cibo, stai spendendo soldi per dar loro da mangiare e garantirgli la sopravvivenza, soldi che non ti verranno mai ridati. Gli apicoltori sono sicuramente i custodi delle api ed hanno un ruolo importantissimo. Ma la tua produzione? I tuoi ricavi? Che miele potrai mai produrre se le api riescono a mangiare solo acqua e zucchero?

Aggiungi che magari non lavori da solo perchè, parliamoci chiaro, quei numeri da soli sono difficili da gestire tanto più se ti trovi a combattere contro una natura impazzita che reagisce alle angherie dell'uomo.

Avrai dipendenti, spese e, con tutta probabilità una famiglia da mantenere.

 

La Coldiretti parla di una produzione di miele crollata su tutto il territorio.

"Da Nord a Sud del Paese è praticamente azzerata quest'anno la produzione di miele"
- Coldiretti

Già da ora si prevede un aumento esponenziale delle importazioni di miele.

Sarà fondamentale ora più che mai saper leggere correttamente le etichette del miele che troviamo nei supermercati. Tempo fa avevamo realizzato un articolo per illustrare ai produttori neofiti, utile anche ai consumatori, quali sono le regole da seguire per realizzare un'etichetta corretta per quanto riguarda il miele prodotto sul territorio nazionale che ti sarà d'aiuto per scegliere correttamente il miele migliore che puoi comprare, lo puoi trovare qui sotto.

 

Scopri di più sull'etichettatura del miele

Update dall'apiario: vademecum sull'etichettatura del miele

 

L'Italia per quanto riguarda l'apicoltura è un Paese estremamente virtuoso che ci rende orgogliosi.

Non sono ammesse coltivazioni OGM ed il miele che viene prodotto sul nostro territorio, così ricco di biodiversità, é un miele genuino che va sostenuto.

Scegliere quale miele comprare solo sulla base del suo prezzo sullo scaffale ti espone all'acquisto di un prodotto che subisce trattamenti, miscele di mieli provenienti da Paesi che non sono costretti a rispettare tutte le regole che l'Italia invece ha e che garantiscono il miele italiano quale prodotto di eccellenza.

Dopo aver letto quanto lavoro e fatica c'è dietro la produzione del miele e la cura delle api, se il tuo unico problema è quanto sia il prezzo al dettaglio di un barattolo di miele fatti un favore: preparati acqua e zucchero a casa tua.

 

Se il tuo unico problema è il costo di un barattolo di miele al dettaglio: fatti acqua e zucchero bit.ly/2JUC4wLclicca per twittare

 

Ne guadagnerà il tuo portafogli, la tua salute (non sono convinto) ma almeno non avrai alimentato un mercato che schiaccia produttori che tutti i giorni lottano per custodire le api e per contrastare dei problemi di cui siamo tutti parte integrante grazie al sistema economico vigente.

 

Vabè dai chi se ne importa delle api, io neanche lo mangio il miele


L'ignoranza è una brutta bestia.

Il problema infatti non si ferma alle api nè tantomeno al miele ma riguarda tutta la nostra catena alimentare.

Mele, pere, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti.

Ti piace la carne? Senza le api puoi salutare la bistecca!

L'azione impollinatrice che le api svolgono nei confronti delle colture foraggere come l'erba medica e il trifoglio, é fondamentale per i prati destinati agli animali da allevamento.

Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l'aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si riprodce grazie alle api.

 

Siamo campioni di scuse e dobbiamo smetterla.

É il momento di prenderne atto sul serio. Gli apicoltori stanno facendo tutto il possibile per combattere da soli una battaglia troppo grande.

É il momento di entrare in azione per cercare un modo diverso di fare le cose. Abbiamo bisogno di una politica che sappia valorizzare e tutelare la natura e che la faccia finita di sostenere un modello economico che non funziona. 

E si amico lettore, dobbiamo smetterla di accampare scuse per non fare la nostra parte "Io cosa c'entro?", "Il problema non sono io.", "Cosa ci posso fare?" queste sono tutte scuse, dentro il sistema ci siamo tutti.

Per guardare al futuro con serenità per le nostre coscienze e per la vita delle generazioni future dobbiamo agire ora. "Ci penserà mio figlio" "Io tanto non ci sarò..." Sono frasi inconcepibili che solo chi non dedica neanche un secondo a pensare più in là dell'oggi ancora ha il coraggio di pensare, figuriamoci di dirle a voce alta senza vergognarsi. Quelle generazioni non avranno abbastanza tempo per cambiare un bel niente quando arriveranno ad avere potere decisionale.

Il momento è OGGI.

PARTIAMO DALLE BASI

01 Scegli bene chi votare

02 Fai una spesa consapevole

03 Semina fiori per gli impollinatori

04 Parla del problema a chi ami

Se vuoi sapere di più su cosa facciamo noi e cos'altro puoi fare tu per sostenerci e per entrare direttamente in azione per aiutare la natura, visita la sezione CAUSA del nostro sito e dai una mano concreta.

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Ultima modifica il 22 Maggio 2019
Carlo Taccari

Nato a Roma nel 1980, laureato nel 2010 in Biologia Evoluzionistica. Presidente dell'Associazione è fotografo e grafico professionista. Si occupa per “BUONO” degli aspetti relativi alla comunicazione e all’immagine dell’Associazione.