Update dall'apiario: vademecum sull'etichettatura del miele Update dall'apiario: vademecum sull'etichettatura del miele © Carlo Taccari
BUONO 06 Ottobre 2016

Update dall'apiario: vademecum sull'etichettatura del miele

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Come accennato nel nostro post precedente sulla lavorazione del miele, l’ultima fase del confezionamento è l’etichettatura. L’etichetta deve rispettare certi parametri definiti da normative: nell’Ottobre 2011 è stato emanato l’ultimo regolamento europeo per la disciplina delle etichette dei prodotti alimentari (Regolamento UE N. 1169/2011), mentre i regolamenti nazionali di riferimento sono il D.Lgs 179/2004 e il D.Lgs 181/2003 che modifica parzialmente il D.Lgs 109/1992.

L’esigenza di scrivere queste linee guida è nata proprio nel momento in cui noi stessi ci siamo trovati a pensare all’etichetta per il miele BUONO e abbiamo realizzato quanto sia complesso riuscire a seguire le indicazioni specifiche senza incorrere in errori, a volte perseguibili anche legalmente con sanzioni. Da un lato il linguaggio usato nelle norme non aiuta, dall’altro le informazioni fornite dagli enti e dagli organismi competenti in apicoltura sono spesso disomogenee creando ulteriore incertezza.

dettaglio etichetta miele buono

Etichetta e sigillo di garanzia © Carlo Taccari

Quali sono le informazioni che devono obbligatoriamente comparire in etichetta?

  • Denominazione di vendita*: informazione che identifica il prodotto alimentare, quindi va indicato “Miele”;
  • Quantità netta*: è la quantità di miele escluso il peso dovuto alla confezione (tara); va indicata in grammi o chilogrammi, nel seguente modo: “grammi” oppure “g”, “chilogrammi” oppure “kg”, senza punteggiatura;
  • Paese di origine: va indicato con la dicitura “Paese di origine: ITALIA” oppure “Miele italiano”;
  • Lotto: è il prodotto ottenuto nelle stesse condizioni di produzione e va indicato con una L maiuscola e un codice a scelta composto da numeri e lettere;
  • Termine minimo di conservazione: va indicato con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro fine 2016” oppure “Da consumarsi preferibilmente entro fine settembre 2016” oppure “Da consumarsi preferibilmente entro il 30/09/2016”;
  • Dimensione del carattere dell’etichetta: il minimo è 1,2mm ma può arrivare a 0,9mm se l’etichetta più grande fra le presenti ha una superficie inferiore a 80cm2. A seconda dei grammi di miele nel barattoli, la dimensione del carattere deve rispettare quanto segue: almeno 2mm per barattoli fino a 50g, almeno 3mm per barattoli tra 50g e 200g e almeno 4mm tra 200g e 1kg;
  • Produzione e confezionamento: se il nome del produttore e la sede del confezionamento coincidono, è sufficiente indicare una sola volta il nome o la ragione sociale e l’indirizzo; se invece sono differenti vanno indicati entrambi.
  • Sigillo di garanzia: è la linguetta adesiva che garantisce l’integrità del prodotto
*La denominazione di vendita e la quantità netta devono stare nello stesso campo visivo. Inoltre, considerando che il miele è una sostanza con una densità diversa dall’acqua, non dimenticate di informarvi sul peso esatto del vostro miele che non corrisponderà sicuramente alla capacità del barattolo che avete comprato (la capacità può essere espressa in cc o ml, che si equivalgono). Qui riportiamo degli esempi e vi consigliamo di pesare sempre il vostro miele perché il contenuto in acqua può variare influenzandone la densità a seconda del periodo di smielatura: ad esempio, un barattolo da 106ml contiene circa 106g di miele ma un barattolo da 580ml ne contiene ben 680g.

 

dettaglio2 etichetta miele buono

Denominazione di vendita (miele) e quantità netta (peso) nello stesso campo visivo © Carlo Taccari


Altri parametri sono considerati facoltativi
, come l’origine botanica (es.: miele millefiori), l’origine geografica (es.: miele dei monti Lucretili), i criteri di qualità (es.: marchio della certificazione biologica) o ancora la tabella dei valori nutrizionali e le indicazioni sullo smaltimento della confezione.

Nonostante le difficoltà tra regole e definizioni, riteniamo sia fondamentale seguire le buone pratiche anche in fase di etichettatura per vari motivi: per tutelare la qualità del prodotto italiano in un mercato internazionale in cui le norme o sono totalmente assenti o non sono così stringenti come nel nostro Paese e per garantire al consumatore sia la qualità del prodotto, sia una scelta consapevole al momento dell’acquisto.

Non ci resta che augurarvi una buona etichettatura!

 

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Ultima modifica il 29 Aprile 2017
Serena Cavallero

Nata a Terni nel 1982, laureata nel 2008 in Biologia Cellulare Applicata, dottore di ricerca in Sanità Pubblica nel 2012. Assegnista di ricerca presso la sezione di Parassitologia del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive della Sapienza, si occupa per "BUONO" degli aspetti inerenti la ricerca e l’educazione.

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