Rita Levi-Montalcini (1909–2012) crebbe in un erudito ambiente familiare, dovette affrontare numerose battaglie, prima tra tutte la visione tradizionalista del padre in fatto di formazione scolastica delle donne, ma la determinazione di Rita fu tale che alla fine il padre dovette cedere, dando inizio così alla carriera di una delle più brillanti menti italiane. Nel 1936 conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia all'Università di Torino e si specializzò in Neurologia e Psichiatria. La scelta di studiare medicina fu determinata dal fatto che in quegli anni si ammalò e morì di cancro la sua amata governante. Tuttavia la vera passione di Rita era la ricerca in neuroembriologia.
Un'altra battaglia che si trovò ad affrontare, date le origini ebree, avvenne nel 1938 con la pubblicazione delle leggi razziali che escludevano gli ebrei dalle scuole pubbliche di ogni grado e ordine. Rita non si perse d'animo e organizzò un piccolo laboratorio di ricerca sugli embrioni di pollo nella sua camera da letto, potendo così continuare a lavorare sullo sviluppo del sistema nervoso. Il clima politico di allora, tuttavia, la allontanarono dall'Italia e nel 1947 si imbarcò per gli Stati Uniti d'America; ritornò stabilmente in Italia solo nel 1962, quando le venne offerto di aprire un'unità di ricerca all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma. Nel 1986 ricevette il Premio Nobel per la medicina condiviso con Stanley Cohen ”for their discoveries of growth factors”. La scoperta che le valse il Nobel fu l'individuazione del fattore di crescita nervoso, Nerve Growth Factor (NGF), che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Tale sostanza fu poi identificata nel veleno di certi serpenti e nella ghiandola salivare di topi maschi adulti. Oggi sappiamo che l'NGF svolge un ruolo anche nel sistema nervoso centrale, ossia nel nostro cervello, e che una sua carenza può causare malattie neurodegenerative come ad esempio il morbo di Alzheimer.
Rita Levi-Montalcini viene ricordata come una scienziata, una donna forte e decisa, spinta dall'immaginazione, dalla fantasia e dall'intuizione: "Imagination is more important than knowledge" è la celebre frase di Albert Einstein scritta sulla parete del suo laboratorio. A noi piace ricordare le sue parole dedicate alla ricerca scientifica:
"A quanti oggi ritengono che si debba arrestare l'avanzata del progresso scientifico si deve far presente che la conoscenza è il più alto privilegio degli appartenenti alla specie umana. Tuttavia, l'attività scientifica, in quanto attività umana, è soggetta alla legge etica: la scienza non è un assoluto alla quale tutto deve essere sottomesso, compresa la dignità dell'uomo."
- Rita Levi Montalcini