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20BUONI 04 Agosto 2015

#10 BUONO - chi sono?

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Fu da sempre un appassionato di geofisica, meteorologia e climatologia. A lui si deve una vera e propria rivoluzione della geologia ed il suo lavoro ha ispirato una delle più importanti teorie del nostro secolo: l’evoluzione per selezione naturale.

Nato nel 1880 e dottoratosi in astronomia alla giovane età di 24 anni all’università di Berlino, Alfred Lothar Wegener fu pioniere nell’utilizzo di palloni aerostatici con i quali tracciava la circolazione dell’aria nell’atmosfera, studi che gli permisero di viaggiare spesso in Groenlandia e di scrivere i suoi primi lavori sull’argomento.

Intorno al 1911 navigando tra gli scaffali della grande libreria universitaria di Marburg si imbatté in una serie di lavori di paleontologia che elencavano specie fossili di piante ed animali simili che stranamente erano state ritrovate ai lati opposti dell’oceano Atlantico.

Intrigato da questa informazione, Wegener ebbe un’intuizione brillante e si immerse completamente nello studio e nella ricerca di altri casi simili che potessero confermare la sua scoperta. La stretta relazione tra la fauna e la flora di continenti così lontani veniva all’epoca spiegata con la temporanea formazione di ponti di terra che avrebbero permesso a questi organismi di diffondersi sia nel continente africano che in quello sud americano. Ma Wegner notò anche come le coste di questi due continenti combaciassero quasi perfettamente.

"La convinzione della solidità dell'idea ha messo le radici nella mia mente"
- Alfred Lothar Wegener

Ipotizzò che le similarità riscontrate tra le coste continentali e gli organismi fossili fosse dovuta, non a ponti di terra, bensì ad una loro antica unione. Fu questo il ragionamento che lo portò alla formulazione della sua teoria: la teoria della tettonica a placche. Ma per formulare una teoria, l’ipotesi deve essere supportata da molte evidenze e lui ne scoprì molte altre ben più concrete. Arrivò così a supporre che circa 200 milioni di anni fa esistesse un unico grande oceano, la Panthalassa, che avvolgeva un unico continente chiamato Pangea che si sarebbe poi successivamente, in tempi lunghissimi, separato in blocchi, cioè gli attuali continenti, isole e penisole. Tali blocchi sarebbero migrati sulla superficie della Terra come delle zattere, galleggiando alla deriva. Ma fece di più spiegò come l’incontro tra diverse placche avesse portato alla formazione delle principali catene montuose e all’attuale conformazione geologica dell’intera superficie terrestre.

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Ultima modifica il 08 Marzo 2017
leonardo Giustini

Nato a Roma nel 1981, laureato in Biologia Evoluzionistica nel 2010.
Presidente dell’Associazione Buono, si occupa dell’apiario e da appassionato di fotografia ne promuove gli aspetti relativi alla comunicazione.

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