Per poter accedere agli studi universitari ostacolati dal volere del padre, Marie Skłodowska Curie è stata costretta a trasferirsi dalla Polonia alla Francia dove ha iniziato a studiare fisica alla Sorbona di Parigi concentrandosi sulle proprietà di alcuni elementi chimici che mostravano caratteristiche del tutto uniche. Grazie ai suoi studi pionieristici si è potuto comprendere meglio il fenomeno della radioattività, proprietà di alcuni elementi instabili di emettere energia fino al raggiungimento della stabilità chimico-fisica, la cui delucidazione ha aperto le porte a numerose applicazioni: basti pensare ai risvolti terapeutici con l’utilizzo delle tecniche diagnostiche per immagine. Inoltre, Marie Curie ha scoperto e descritto due elementi chimici: il radio e il polonio, quest'ultimo rinominato proprio in onore della sua terra di origine. Durante la prima guerra mondiale contribuì alle cure dei feriti portando sul campo le apparecchiature per i Raggi X, a causa dei quali morì prematuramente non essendo ancora noti gli effetti nocivi di questi elementi. Il suo approccio rigoroso alla scienza e il suo prodigarsi per la ricerca e per il prossimo l'hanno sicuramente eletta a figura scientifica di riferimento, tanto che ad oggi esistono numerosi e prestigiosi centri di ricerca, premi e possibilità di finanziamento per giovani ricercatori eccellenti affiancati al suo nome.
“Sono fra coloro che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno studioso nel suo laboratorio non è solo un tecnico, è anche un bambino messo di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come una fiaba. Non dobbiamo lasciar credere che ogni progresso scientifico si riduca a dei meccanismi, a delle macchine, degli ingranaggi, che pure hanno anch'essi una loro bellezza. Io non credo che nel nostro mondo lo spirito d'avventura rischi di scomparire. Se vedo attorno a me qualcosa di vitale, è proprio questo spirito d'avventura che mi sembra impossibile da sradicare, e che ha molto in comune con la curiosità.”
- Marie Skłodowska Curie