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Arnie High-Tech per salvare le api: BUONO incontra 3Bee Arnie High-Tech per salvare le api: BUONO incontra 3Bee ©3Bee
NOTIZIE 29 Novembre 2016

Arnie High-Tech per salvare le api: BUONO incontra 3Bee

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Un progetto tutto italiano, mix di tradizione e innovazione tecnologica per cercare risposte concrete ai problemi delle api con arnie high-tech (o come le chiamano loro, Hive-Tech). Oggi incontriamo la start-up 3Bee, i suoi componenti ed il loro progetto per salvare le api.

Quando si parla di apicoltura e tecnologia molti apicoltori storcono il naso. Comprensibile. Pochi animali come le api rievocano un immaginario di natura “incontaminata e selvaggia”. Con la convinzione che oltre a ciò che già viene fatto, non si possa fare, si teme di creare ulteriori problemi alle api stesse.

Fortunatamente quando l’etica e le idee si sposano è possibile cercare di percorrere strade diverse dalle solite e cercare risposte alle domande insolute. È questa la sensazione che abbiamo avuto incontrando Niccolò Calandri, dottorando in Elettronica al Politecnico di Milano, uno dei 3 giovani fondatori di 3Bee, start-up tecnologica tutta italiana, che in questi giorni sta portando avanti una campagna crowdfunding per realizzare un’arnia high-tech capace di monitorare la famiglia che ospita e l’ambiente circostante, per cercare di aiutare le api proteggendole dalle avversità.

Il sistema di monitoraggio dell'arnia high-tech di 3Bee ©3Bee

Il sistema di monitoraggio dell'arnia high-tech di 3Bee ©3Bee

Ciao Niccolò, partiamo dall’inizio della storia. Un Ingegnere elettronico, un Biologo ed un Tecnologo alimentare. Detta così sembra l’inizio di una barzelletta più che quello di una storia interessante. Raccontaci chi siete, come vi siete conosciuti e com’è nata l’idea del vostro progetto.

Ciao Buoni, come nasce un’idea? Forse, dalla voglia di cambiare le cose. Forse perché volevamo creare qualche cosa di nostro. Forse, anzi sicuramente, nessuna delle precedenti. Credo che la risposta sia molto più semplice. Noi siamo nati per fare questo. Eravamo un pezzo di un puzzle che non si incastrava da nessuna parte. Giravamo il mondo senza trovare una meta. Alla fine abbiamo capito che non serviva viaggiare. Quello che cercavamo erano semplicemente le api. A quel punto non abbiamo fatto altro che farci coraggio, affrontare le critiche, lasciare i nostri rispettivi settori di ricerca e applicare ciò che sapevamo per studiare e aiutare le api. Noi 3 siamo 3Bee. Riccardo e io siamo cresciuti assieme. Elia invece è il coinquilino universitario, di quando tu lavi i piatti e lui cucina.

Dettaglio del sistema di monitoraggio dell'arnia tecnologica ©3Bee

Dettaglio del sistema di monitoraggio dell'arnia tecnologica ©3Bee

Girando per il web abbiamo visto diversi progetti volti allo sviluppo di alveari tecnologici. Qual è la novità apportata dall’arnia 3Bee e in che modo può rappresentare un valido alleato nella lotta ai problemi delle api?

Da bravi ricercatori abbiamo iniziato a Marzo studiando i lavori precedenti sul monitoraggio degli alveari, in gergo, lo stato dell’arte. Abbiamo analizzato e testato minuziosamente gli altri progetti di monitoraggio per gli alveari, valutando i punti deboli e i punti di forza. Adesso stiamo cercando di migliorarli, per creare un sistema completo, efficace e soprattutto accessibile a tutti. Tuttavia non abbiamo intenzione di sovrapporci al mercato dei prodotti esistenti, ne vogliamo creare uno nostro. Credo che il segreto della nostra tecnologia risieda nella modularità del progetto, la possibilità di espandere la sensoristica e l’acquisizione dei dati all’infinito.

Al di là della migliore comprensione dei problemi delle api, a tuo avviso, quali vantaggi avrebbe un apicoltore utilizzando le vostre arnie?

Proporremo sul mercato degli indici utili a tutti gli apicoltori per la gestione delle arnie: la valutazione del peso, informazione vitale per quegli apicoltori che effettuano nomadismo; indici sull’attività riproduttiva della regina, grazie ai quali sarà possibile tempestivamente accorgersi se la regina è vergine o assente; segnali di allerta per la sciamatura e la presenza di malattie (che verranno sviluppati durante il primo anno di sperimentazione). Inoltre il dispositivo servirà da antifurto: se l’arnia viene rubata, andando online sarà possibile conoscere la sua posizione.

Sicuramente per comprendere i problemi delle api non basterà un anno, nemmeno due, la strada è lunga. Come startup innovativa uniremo la vendita di un prodotto alla ricerca sperimentale. Siamo stati anche selezionati tra i 10 progetti di ricerca migliori a livello mondiale per la sostenibilità del pianeta da Barilla center for food & nutrition-foundation con il progetto “Buono per le api, buono per noi” (“Good for bees, good for humanity”).

 

Buono per le api, Buono per noi @3beehivetechclicca per twittare

 

Set di sensori dell'hive-tech ©3Bee

Set di sensori dell'hive-tech ©3Bee

Parlaci dei sensori. Quali parametri sarà possibile monitorare?

I sensori che implementeremo da aprile 2017 su almeno 100 arnie rappresentano lo stato dell’arte della sensoristica. Partendo da un microfono MEMS italiano, di STmicroelettronics, fino a un naso elettronico per valutare gli odori dell’alveare. Ovviamente come tutti i buoni sistemi di monitoraggio non può mancare una bilancia, un sensore di temperatura e di umidità. Parlando per l’appunto di modularità, oggi stavamo anche disegnando un magnetometro per capire come le api possano risentire di forti campi elettromagnetici (fili dell’alta tensione).

 

Come anticipato in questi giorni i ragazzi di 3Bee sono impegnati nella campagna crowdfunding per lanciare il loro progetto che ti invito a scoprire meglio su indiegogo: 3Bee: Alveari Hive-Tech per studiare le api.

ALTRE INFORMAZIONI:
3Bee official website

 

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Ultima modifica il 29 Aprile 2017
Carlo Taccari

Nato a Roma nel 1980, laureato nel 2010 in Biologia Evoluzionistica. Presidente dell'Associazione è fotografo e grafico professionista. Si occupa per “BUONO” degli aspetti relativi alla comunicazione e all’immagine dell’Associazione.