Fu eccezionalmente precoce nel mostrare il talento per le materie scientifiche e lo fece schierandosi contro la fisica tradizionale e l’idea dell’horror vacui (Expériences nouvelles touchant le vide, 1647), secondo la quale la natura sarebbe portata colmare ogni vuoto riempiendolo, o di gas o liquido, senza mai lasciarne parti vuote.
La battaglia contro il “vuoto” fu la sfida della sua vita che vinse nel 1647 con l’esperimento “vide dans le vide” (“Vuoto nel vuoto”) riuscendo a confermare la teoria di Evangelista Torricelli secondo cui il livello di mercurio in un tubo chiuso era legato alla pressione ambientale.
Durante gli anni successivi Pascal si dedicò allo studio dei fluidi chiarendo un altro concetto fondamentale per la fisica, la Pressione, la cui unità di misura prende appunto il suo nome (Pa) ed elaborando il principio di Pascal o Legge di Pascal, col famoso esperimento della botte del 1646.
In una botte di legno piena d’acqua Pascal fece inserire verticalmente un tubo alto 10m in cui versò pian piano dell’acqua osservando un aumento di pressione all’interno della botte che raggiunse un’intensità tale da causarne l’esplosione.
Esperimento della botte di Blaise Pascal 1646 © BUONO
Le scoperte realizzate da Pascal nello studio dei fluidi ancora oggi trovano ampie applicazioni in diversi contesti, basti pensare ad oggetti come sifoni, presse idrauliche e freni idraulici (usati nella maggior parte dei veicoli a motore).
Pascal è anche considerato uno dei precursori dell’informatica dato che a soli diciotto anni progettò e costruì 50 esemplari di Pascalina, un calcolatore meccanico che era in grado di eseguire addizioni e sottrazioni.